Speakers
Gianni Pinnizzotto
DirettorePaolo Carbone
DocenteEmiliano Pinnizzotto
DocenteEva Mezzacapo
Ufficio Stampa / SegreteriaSimona Zimmitti
CollaboratoreSabrina Zimmitti
CollaboratoreLuciano Cantarini
DocenteMarco Casini
DocenteAlberto Marotta
DocenteStart
21 Ottobre 2017 - 17:00
End
10 Dicembre 2017 - 19:00
Address
Piazza Guglielmo Marconi, 14 - Roma View mapE’ stata inaugurata
Sabato 21 ottobre 2017 alle ore 17.00
presso il Museo delle Civiltà – Museo Luigi Pigorini
Piazza Guglielmo Marconi, 14 – Roma
la Rassegna Fotografica
“IMAGO”
della Graffiti
La Rassegna è composta da tre Mostre tratte da tre libri fotografici editi dalla Graffiti:
“MONGOLIA – TACCUINO DI SILENZI” di Paolo Sollazzo
“ANTARCTICA” di Paolo Beltrame
“LUCE COME NARRAZIONE” di Autori Vari
Sono intervenuti gli Autori,
il Direttore della Graffiti Gianni Pinnizzotto
Sua Eccellenza Sig. Ts. Jambaldorj, Ambasciatore di Mongolia in Italia
E’ stato realizzato uno speciale televisivo dedicato alla Rassegna Fotografica “IMAGO” che andrà in onda in questi orari e su questi canali fino alla fine di gennaio:
GARI TV Canale 113 DIGITALE TERRESTRE
MERCOLEDI ORE 22.00
SABATO ORE 18.30
DOMENICA ORE 14.30 E 22.00
CANALE 0 Canale 112 DIGITALE TERRESTRE
VENERDI ORE 22.30
SABATO ORE 17.30
EUROPA TV Canale 96 DIGITALE TERRESTRE
VENERDI ORE 21.00
E LO TROVATE SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE A QUESTO LINK: https://youtu.be/ChnoEl6JUD4
NOTE TECNICHE DELLA MOSTRA:
Titolo: “IMAGO” che comprende le mostre fotografiche:
MONGOLIA – TACCUINO DI SILENZI di Paolo Sollazzo
ANTARCTICA di Paolo Beltrame
LUCE COME NARRAZIONE di Autori Vari
Organizzazione: Graffiti
www.graffitiscuola.it – www.graffitipress.it
Luogo: “Museo delle Civiltà – Museo Pigorini”
Piazza Guglielmo Marconi, 14 – Roma
Inaugurazione: Sabato 21 ottobre 2017
ore 17.00
Mostra: dal 21 ottobre al 10 dicembre 2017
“MONGOLIA – Taccuino di Silenzi” di Paolo Sollazzo
Il titolo della mostra e del libro danno subito la dimensione e il senso di questo lavoro che ci accompagna negli spazi sconfinati di questa terra lontana.
Una vera passione quella dell’autore Paolo Sollazzo non solo per la fotografia e certamente non per la fotografia in senso tradizionale, ma per l’immagine suggestiva, evocativa, una passione che sembra essere solo e unicamente quella di comunicare una sensazione attraverso un’immagine.
E infatti più sono forti le sensazioni, i sentimenti, più l’immagine è evocativa.. È questo il senso dello sfumato, della dissolvenza esagerata di queste opere dove i colori e le immagini più che fotografate sembrano dipinte. Colpi di pennello invece che pixel colpiti dalla luce, la stessa differenza che c’è tra la pittura realista di Corot o di Millet e l’impressionismo di un Monet. E infatti l’originalità di questo fotografo sta proprio nell’aver saputo stabilire questo legame insolito fra fotografia, pittura e impressioni, stati dell’animo.
La dimensione del silenzio è quella che prevale su tutto il resto, è quella che regna sulle immagini, anche quando queste ritraggono mandrie in movimento, o ancora di più spazi vuoti o uomini solitari in mezzo a uno spazio che pare infinito e indefinito.
L’immagine appena accennata, così lontana dal concetto di fotografia tradizionale, guadagna intensità nella forma e nel contenuto spostandosi da un piano puramente documentario a quello di una personalissima quanto esclusiva visione intima e onirica della scena fotografata.
Nel mare di silenzi e di spazi infiniti troviamo anche le riflessioni e i pensieri, che Sollazzo ha voluto annotare in un “taccuino” a completamento di questo suo percorso di sensazioni visive e stati dell’animo in questa terra lontana.
“Mongolia – Taccuino di silenzi” ha vinto i seguenti premi internazionali come miglior libro fotografico:
- PRIMO PREMIO GOLD DEL PX3 2017(Prix de la Photographie Paris)
- MIFA 2017 (Moscow International Foto Awards)
- IPA 2017 (International Photo Awards) Honorable Mention
-
IDA 2017 (International Design Awards) come miglior copertina, grafica, impaginazione del libro.
“ANTARCTICA” di Paolo Beltrame
I ghiacciai e gli iceberg – piccoli e grandi – il mare color petrolio sotto un cielo plumbeo, tutti i colori di questa natura incontaminata, il bianco della neve, il celeste dei ghiacciai, il grigio delle rocce, e il verde dei prati appaiono così come l’occhio umano li vede.
Ma i veri protagonisti sono gli animali, unici abitanti di questa terra che catturano e colpiscono per le loro espressioni e movenze quasi umane, forti e indifesi allo stesso tempo. Pensiamo allo sguardo dolcissimo di un leone marino, le attenzioni dei pinguini per i cuccioli, il volo degli Albatross dalle grandissime ali, il piumaggio colorato dei pinguini Reali.
È così che arriva l’Antartide.
Ci sono luoghi che molto più di altri rendono profondo il significato delle parole tranquillità e silenzio. L’Antartide è sicuramente uno di questi. Concetti sempre più rari in questo nostro frenetico mondo nel quale viviamo perennemente avvolti dalla colonna sonora di umani rumori, salvo poi arrivare qui dove l’uomo non riesce a imporre la sua presenza, dove il rumore del vento, delle onde magicamente riaffermano la presenza forte e vera di Madre Natura.
Questa è la filosofia che ha spinto l’autore a intraprendere questo difficile viaggio dalla Terra del Fuoco, attraverso la South Georgia, le isole Orcadi fino alla Penisola Antartica, il continente di ghiaccio tra iceberg che vagano come isole galleggianti, dove la natura sembra farsi più dura, circondato da centinaia di migliaia di pinguini Gentoo, fino allo stretto di Bransfield e a Deception Island per poi ritornare attraverso il canale di Drake.
“Antarctica” ha vinto i seguenti premi internazionali come miglior libro fotografico:
- PRIMO PREMIO GOLD del MIFA 2017 (Moscow International Foto Awards)
- PREMIO BRONZE del MIFA 2017 (Moscow International Foto Awards)
- Secondo Premio del TIFA 2016 (Tokyo International Foto Awards)
- Terzo Premio del Concorso MIFA 2016 (Moscow International Foto Awards)
- IPA 2016 (International Photo Awards) Honorable Mention
“LUCE COME NARRAZIONE” di Autori Vari
Fotografare la luce. Così inconsistente, aerea, impalpabile eppure così presente in ogni circostanza, in ogni immagine. Fa parte della nostra vita, quasi come l’aria, tanto che non siamo abituati a considerarla un elemento da ritrarre, importante come il soggetto o la scena che vogliamo immortalare.
Eppure nella sua inconsistenza materiale la luce entra da protagonista in ogni immagine, fino a diventare strumento di comunicazione come lo è ogni elemento che compone l’immagine stessa, sia essa un quadro, sia essa una fotografia.
La luce come narrazione segna il passaggio dallo studio delle forme, del colore, della presenza fisica delle cose e delle persone nell’immagine, della loro collocazione nello spazio, allo studio sull’uso della luce, quale parte integrante, portante del linguaggio fotografico. Lo scatto deve essere frutto di una scelta, di una riflessione, di uno studio, che parta dalla consapevolezza che la luce completa e dirige lo sguardo del lettore, comunica il contenuto e il sentimento dell’autore, valorizza o esclude dallo sguardo un particolare, una situazione, una presenza. Un percorso e una riflessione sulla fotografia e il suo significato, sugli elementi che la compongono, che diventa anche una riflessione sul mondo odierno, dove tutto viene e passa senza che sia possibile fermarsi a riflettere, cosi come passano le mille immagini che ogni giorno affollano la nostra vita.
“ Luce come narrazione” ha vinto i seguenti premi internazionali come miglior libro fotografico:
- IDA 2017 (International Design Awards) come miglior copertina, grafica, impaginazione del libro.
- IPA 2017 (International Photo Awards ) Honorable Mention